- l’apprendimento della posizione eretta;
- l’inizio della deambulazione;
- l’aumento dell’attività di gioco.
Cadute accidentali durante il gioco, urti contro superfici dure o piccoli scontri con altri bambini rappresentano le situazioni più frequenti che possono portare a un trauma dentale.
- anomalie dento-scheletriche;
- eccessiva protrusione dei denti anteriori;
- abitudini scorrette;
- respirazione prevalentemente orale;
- suzione prolungata del dito, labbro o ciuccio.
Il principale fattore di rischio è la protrusione dentale, ovvero quando gli incisivi superiori sporgono in modo marcato, spesso associata a una incompetenza labiale, situazione in cui le labbra non riescono a coprire adeguatamente i denti.
Anche alcuni comportamenti incidono sul rischio di trauma: bambini molto vivaci o con difficoltà di attenzione risultano più esposti, così come l’abitudine di mordere oggetti come penne o matite.
Come vengono classificati i traumi dentali?
Secondo la classificazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), i traumi dentali si distinguono in base alla parte del dente o ai tessuti coinvolti. Le fratture possono interessare:
- solo lo smalto;
- smalto e dentina;
- smalto e dentina con coinvolgimento della polpa;
- la corona e la radice;
- esclusivamente la radice.
Il trauma può inoltre estendersi ai tessuti di supporto del dente, come osso, gengiva e legamento parodontale.
È possibile prevenire i traumi ai denti da latte?
La prevenzione è possibile ed è fondamentale per limitare dolore, problemi funzionali ed effetti estetici.
- prevenzione primaria, che ha lo scopo di evitare il trauma attraverso una corretta informazione rivolta a genitori e insegnanti, sia in ambito domestico sia scolastico;
- prevenzione secondaria, che entra in gioco quando il trauma si è già verificato e mira a ridurre le complicanze grazie a un intervento tempestivo, a una diagnosi precoce e a un trattamento adeguato.
Come comportarsi in caso di trauma dentale?
Un trauma ai denti da latte va sempre considerato un’urgenza. È quindi importante portare il bambino il prima possibile da un odontoiatra o da uno specialista in odontoiatria pediatrica.
Il trattamento dopo la visita pedodontica
Solo dopo la valutazione clinica è possibile stabilire la terapia più appropriata e la prognosi, sia per il dente da latte coinvolto sia per i tessuti di supporto e per i denti permanenti in fase di sviluppo.
Nei casi in cui il trauma interessi esclusivamente lo smalto, può essere sufficiente levigare eventuali margini irregolari per evitare lesioni a labbra o mucose, accompagnando il tutto con controlli periodici.
Se il danno è più esteso, il dentista applicherà protocolli specifici in base alla situazione clinica e programmerà controlli successivi per monitorare eventuali complicanze tardive, come la necrosi del dente, che può manifestarsi con scurimento dentale o la comparsa di una fistola.
Quando il trauma provoca lo spostamento del dente da latte, spesso è sufficiente attendere il ripristino spontaneo della posizione. Se invece il dente ostacola la normale chiusura della bocca, può essere necessario un riposizionamento manuale seguito da un bloccaggio.
In caso di avulsione, cioè perdita completa del dente, il dente da latte non viene reimpiantato per evitare danni al dente permanente sottostante.
Talvolta il trauma può coinvolgere anche il dente definitivo ancora in formazione: in queste situazioni, l’intervento tempestivo dell’odontoiatra è fondamentale per ridurre al minimo le possibili conseguenze future.